(Milano 1816-83) letterato italiano. Patriota, partecipò alle cinque giornate. Fu direttore, dal 1845, della «Rivista europea» e in seguito del «Ventidue marzo», giornale del governo provvisorio. Tra il 1850 e il 1859 pubblicò il periodico «Il Crepuscolo», in cui riuscì a svolgere opera patriottica e liberale, incurante delle minacce austriache. Staccatosi dal partito mazziniano, fu deputato della destra per sette legislature (1860-80). Più che la sua opera creativa (comprendente la novella storica La ca’ dei cani, 1840, e versi in italiano e in milanese, raccolti postumi in Prose e poesie, 1888), è importante la sua attività di critico, sparsa su giornali e riviste. Acuto polemista contro le degenerazioni del romanticismo in querule forme sentimentali, oppositore delle teorie manzoniane sul romanzo storico e sulla lingua, e sensibile studioso degli aspetti sociologici della letteratura, mirò a favorire la formazione di una coscienza nazionale immune dai limiti del provincialismo e capace, invece, di confrontarsi con gli aspetti più vivi della cultura europea.